Volevo farne un semplice aggiornamento del post di qualche ora fa su arresto e fermo, poi mi sono detto che l'argomento avrebbe meritato una (breve) trattazione separata. Sì, perché quando sostengo che nei mass media generalisti qualche imprecisione tecnica può essere tollerata (la differenza fra arresto, fermo e ordinanza di custodia cautelare in carcere, per esempio), non significa che possa essere lasciata passare ogni stupidaggine. Prendo a caso Stampa.it di oggi, sempre su Garlasco, ma frasi simili le ho lette più volte; si parla del dna sui pedali della bicicletta di Alberto Stasi, sui quali sarebbero state trovate tracce biologiche della vittima, Chiara Poggi. Leggo: "A questa prova, l’unica vera entrata finora nel fascicolo dopo tanti indizi, è appeso il destino del fidanzato della ragazza".
Ecco, questo errore tecnico è molto meno accettabile della confusione tra fermo e arresto. Perché scambiare fermo e arresto non induce il lettore comune in alcuna confusione rilevante, mentre questo porta lo stesso lettore a credere che ci sia qualcosa di definitivo, insuperabile, incontrovertibile, contro Stasi. Invece per il nostro codice la prova si forma in dibattimento, nel confronto fra le parti: quindi al processo o durante quelle anticipazioni del processo chiamate "incidenti probatori". Fino a quel momento si può parlare soltanto di indizi, per quanto gravi. E la differenza, nel sentire comune, non è da poco.
Mi sovvengono, così a memoria, altri due esempi di errori poco perdonabili di cui avevo scritto su questo blog: questo su una sentenza della Cassazione a proposito di una violenza sessuale, e questo sulla condanna per lesioni subita da uno dei concorrenti del Grande Fratello.
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