Vi ricordate Fonzie, uno dei personaggi di "Happy days"? Quello che era loquace con tutti (e soprattutto tutte) ma cominciava a balbettare quando doveva dire "Ho sbagliato"? Ecco, Google in questo momento mi sembra come Fonzie. Ha annunciato il "developer challenge" che mette in palio 10 milioni di dollari per le migliori applicazioni per Android, la piattaforma per telefonia mobile appena lanciata, scrivendo che i residenti in Italia e in pochi altri Stati saranno esclusi dal concorso: "While we seek to make the Challenge open worldwide, we cannot open the Challenge to residents of Cuba, Iran, Syria, North Korea, Sudan, and Myanmar (Burma) because of U.S. laws. In addition, the Challenge is not open to residents of Italy or Quebec because of local restrictions".
Ora si è scoperto (io l'ho letto sul blog di Guido Scorza) che gli avvocati di Google hanno toppato, che non vi era alcuna restrizione locale che impedisse di lanciare il concorso anche in Italia. Ci si aspettava che Google usasse una strategia di comunicazione un po' più moderna di quella di altre società, che ammettesse l'errore e lo correggesse il più presto possibile. Invece fino ad ora silenzio assoluto (spero sia soltanto una questione di pochi giorni).
E silenzio quasi assoluto anche da parte della maggior parte della blogosfera (spero, mi auguro, soltanto perché il blog di Scorza non è letto come dovrebbe essere). Silenzio da parte di Antonio Di Pietro - che ha scritto l'altro ieri dell'esclusione e che come ministro avrebbe eventualmente potuto anche fare qualcosa oltre che limitarsi a protestare, sempre che la notizia fosse stata vera -, silenzio da parte di molti blogger che pure si erano scagliati con veemenza contro le antiquate leggi italiane, basandosi sulla notizia diffusa da Google. Non è ironia e davvero spero che si tratti della poca diffusione del blog di Scorza o di una fine settimana che molti dedicano alla famiglia più che ai blog: ci sarebbe davvero da preoccuparsi se la rete non riuscisse ad autocorreggersi. Parlare male a volte è facile, dire "ho sbagliato" è più difficile: per Google, per me, per tutti.
concordo con te e a questo punto con scorza sulla stranezza di quel post di di pietro (se ricordi ne parlavamo anche in sl: era una cosa che mi aveva colpito...)
Posted by: antonio sofi | November 18, 2007 at 02:38 PM