Quando la corrispondente da Pieve di Soligo mi ha proposto la notizia, l'ho trovata una delle più tristi, amare e significative che avessi sentito negli ultimi tempi. Un ragazzino delle scuole medie che, per diventare il sindaco dei ragazzi del suo comune, compra voti regalando merendine gratis e ricariche per cellulare. L'unica differenza con il mondo dei grandi sta nel fatto che le elezioni sono state annullate, il ragazzo è stato destituito e si tornerà a votare. Oggi ho letto la storia anche sulla home page del sito dell'Ansa, ma voglio riproporvi il testo della prima notizia (non mi piace molto l'espressione "in esclusiva", che tanti giornalisti amano), scritta ieri per il Gazzettino da Manuela Collodet.
Pieve di Soligo
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Piccoli politici crescono. E purtroppo imparano le cose peggiori. Apprendono che al mondo tutto ha un prezzo, tutto è in vendita, compreso il prossimo. E il piccolo prossimo cresce pure lui e impara che vendere se stesso o le proprie idee non è poi così male, e in ogni caso ha il suo tornaconto. Questo il copione che è stato recitato sulle scene dell'elezione del consiglio comunale dei ragazzi a Pieve di Soligo, ricca cittadina del ricco nord-est, undicimila anime raccolte ai piedi delle Prealpi Trevigiane. Elezioni annullate per "brogli elettorali".Ecco qua l'amara storia, che non racconta solo uno spaccato di società, ma spacca le coscienze e le certezze. Spacca e stravolge i nostri cari e vecchi luoghi comuni, come quelli della gioventù e dei suoi ideali.
L'amministrazione comunale pievigina in piena sintonia con i due istituti scolastici presenti nel territorio, il Toniolo, plesso pubblico, e il Balbi Valier, collegio vescovile privato, promuove l'iniziativa, ormai diffusa in tutti i comuni, di istituire il consiglio comunale dei ragazzi. Iniziativa rivolta per il momento solo alle scuole medie. E i ragazzi ben rispondono: vengono create sette liste al Toniolo e tre al Balbi. Parte la campagna elettorale, che porterà alla proclamazione del sindaco dei ragazzi, colui che, con la sua lista, si aggiudicherà il maggior numero di voti in assoluto tra i due istituti. Per primi votano gli alunni del Toniolo. E tutto va bene. Si fa lo spoglio. E si attende che alle urne ci vadano i ragazzi del Balbi. Che così fanno. Votano. Si svolge lo scrutinio. Risultato: vince le elezioni del primo consiglio dei ragazzi un alunno del collegio privato, tra l'altro di fuori comune. E fin qui tutto parrebbe secondo un copione fin troppo perfetto. Senonché a spoglio ultimato, e qui sì che il copione diventa normale e italianissimo, qualcuno urla all'imbroglio. «Ha comprato i voti» tuonano i perdenti. «Ha imbrogliato», incalzano. E le urla sono così insistenti, numerose e circostanziate che la commissione elettorale, creata ad hoc per le elezioni dei ragazzi, non può lasciar perdere. Si scopre così che il ragazzo ha comprato i voti dei suoi compagni di scuola promettendo e dando loro ricariche telefoniche, merendine e soldi. E che un gran numero di ragazzi si è fatto comprare. Ed ecco il risultato: elezioni annullate, ragazzo escluso dalla competizione e la prossima settimana al collegio vescovile si rivota.
E tanta amarezza, stavolta negli adulti. «È una questione di etica e di correttezza - spiega l'assessore Silvia Mazzocco - abbiamo deciso di sanzionare pesantemente il comportamento di questo ragazzo e di ripetere le elezioni solo al collegio vescovile. Appena ci hanno comunicato che vi erano state delle irregolarità siamo subito intervenuti. Questo è un progetto educativo e il suo esito ci ha davvero amareggiati, ma anche questo forse evidenzia il segno dei tempi».
La piccola società, insomma, avanza, nel mondo. Sgomita e si fa largo, ma purtroppo sembra proprio che il suo cammino per essere davvero nuova sia ancora molto lungo.
Manuela Collodet
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